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Castelli di rabbia Paperback | Pages: 248 pages
Rating: 3.79 | 5582 Users | 211 Reviews

Declare Based On Books Castelli di rabbia

Title:Castelli di rabbia
Author:Alessandro Baricco
Book Format:Paperback
Book Edition:La Scala
Pages:Pages: 248 pages
Published:October 1997 by Biblioteca Universale Rizzoli (first published 1991)
Categories:Fiction. European Literature. Italian Literature. Novels. Contemporary. Cultural. Italy. Roman. Literature

Chronicle Concering Books Castelli di rabbia

Il primo libro di narrativa di Baricco: il romanzo è ambientato nell'Ottocento, in una cittadina immaginaria, Quinnipak; è generoso nel presentare storie e personaggi, ciascuno con i suoi sogni e caratteri. E tra questi ci sono il signore e la signora Rail, che si amano di un amore tutto loro, e il bambino Penth con il suo amico Pekisch, e due bande che partono dagli estremi del paese per incontrarsi. La narrazione è costruita come un montaggio cinematografico e orchestrata come una partitura musicale.

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Original Title: Castelli di rabbia
ISBN: 8817106119 (ISBN13: 9788817106115)
Edition Language: Italian
Characters: Dann Rail, Jun Rail, Hector Horeau, Pekish, Pehnt, Mormy
Setting: Quinnipak
Literary Awards: Premio Campiello Nominee (0), Prix Médicis Etranger (1995), Premio San Clemente for Novela Estranxeira (1999)

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Ratings: 3.79 From 5582 Users | 211 Reviews

Discuss Based On Books Castelli di rabbia
"Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale."Baricco come scrittore mi piace, e questo Castelli di rabbia è il più bello dopo Novecento. Scrive frasi meravigliose, ha idee stupefacenti, alcune geniali. I suoi libri, però, sono belli a metà: certe parti stupende, che sono poesie, altre che non hanno né capo e né coda e ti portano a domandarti se non stai davvero sprecando il tuo tempo. Della metà inutile dei libri di Baricco, io dico:

Ho tentato per due volte di leggerlo, ma non sono mai riuscita a superare le cinquanta pagine iniziali. Non so che dire... immagino che lo stile barocco (Baricco?), ampolloso, tronfio e inutilmente narcisista possa incantare un certo pubblico, ma, personalmente, quando leggo un libro mi aspetto essenzialità, trama, struttura e coerenza interna, tutta roba che in questo libro latita. C'è chi ci si appassiona. De gustibus.

Non c'è un nesso logico e solido in questo romanzo, tutto è fantastico, onirico direi, il luogo, i personaggi e le storie. L'unica cosa forse veramente concreta è la ferrovia che deve arrivare a Quinnipack, e la locomotiva Elisabeth acquistata dal sig. Rail, che però nessuno può vedere perché coperta da un gran telone, ma tutti sapevano che sarebbe stata bellissima. Quel treno che può portarti ovunque, fino al luogo dei tuoi sogni che forse non c'è. Lo sai che Baricco è un poeta un po'

Il romanzo è ambientato nell'Ottocento, in una cittadina immaginaria, Quinnipak, dove si svolgono le vite e i sogni dei personaggi. Il racconto si fa immagine e le parole musica."Quando la gente ti dirà che hai sbagliato... e avrai errori dappertutto dietro la schiena, fregatene. Ricordatene. Devi fregartene. Tutte le bocce di cristallo che hai rotto erano solo vita... non sono quelli gli errori... quella è vita... e la vita vera magari è proprio quella che si spacca, quella vita su cento che

Quando chiesero a Baricco il perchè di questo libro, lui rispose: "Perchè questo è il romanzo che volevo leggere e che non trovavo in libreria". Una frase un po' costruita e volutamente ad effetto, ma decisamente veritiera; difficile trovare un libro così in libreria. Baricco continua a piacermi visceralmente, ogni suo testo che leggo mi entra con forza dentro e mi scalda l'anima (tralasciamo la trasposizione dell'Iliade, che proprio non c'azzecca niente con il resto). Le sue storie sono sempre

Baricco è tecnicamente bravo. Molto bravo. Forzato alcune volte. Troppo compiaciuto in altre. Ma bravo. Ne risulta un testo ingegnoso, lirico e teso. La narrazione coinvolge, in bell'italiano, e contiene una giusta dose di ardimento e innovazione. Che cattura lo spirito, culla di distrazione (va detto) ma non riesce a rendere l'idea di un qualsiasi rischio letterario, o fremito innovativo. Non a me, almeno. In Novecento, secondo me il suo lavoro migliore e più ispirato, l'autore scompare, non si

"Ognuno ha il mondo che si merita. Io forse ho capito che il mio è questo qua. Ha di strano che è normale."Baricco come scrittore mi piace, e questo Castelli di rabbia è il più bello dopo Novecento. Scrive frasi meravigliose, ha idee stupefacenti, alcune geniali. I suoi libri, però, sono belli a metà: certe parti stupende, che sono poesie, altre che non hanno né capo e né coda e ti portano a domandarti se non stai davvero sprecando il tuo tempo. Della metà inutile dei libri di Baricco, io dico:

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